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La pubblicità conviene al Brand. Anche per il Bonus (pubblicità)

Con il “Decreto Rilancio” aumenta il “Bonus Pubblicità”, il credito d’imposta sale al 50% dell’intero valore d’investimento. In tempo di crisi non è facile essere propositivi. Istintivamente si è portati ad assumere una posizione di difesa, e conservativa, in attesa di quello che potrebbe succedere. Un atteggiamento comprensibile, che però non può durare a lungo: la staticità non è naturale per l’uomo, e neppure per le aziende. E la pubblicità, dinamica per definizione, è il tramite con cui il brand comunica con tutti i suoi interlocutori, dai consumatori, ai collaboratori, ai fornitori, agli investitori. Decidere fare a meno di un tale strumento, è scelta da valutare con la dovuta serietà, per contro,  attenzione ai messaggi che si veicolano.

È il momento di stare vicini

Secondo una ricerca, solo una minima parte dei consumatori (l’8%) pensa che le imprese debbano sospendere la pubblicità al tempo di Coronavirus. Anzi, proprio in questo periodo i consumatori si aspettano che le aziende svolgano un ruolo sociale. Ad esempio tenendo conto della salute dei propri dipendenti, occupandosi di loro e favorendo lo smartworking. Oppure supportando gli ospedali, o i governi: i consumatori si aspettano che le campagne pubblicitarie abbiano un impatto positivo sulla società.

Saldi legami con il proprio target. Ma come?

Indubbiamente, investire in pubblicità in periodi di crisi  sembra una scelta non facile. Ma il brand che comunica -adeguatamente –  acquista sicuramente forza nel panorama generale. “In questa fase è più che mai fondamentale per le aziende tenere ben saldi i legami con il proprio target e con i propri consumatori”, affermano alcuni esperti. Però bisogna farlo con il giusto “tone of voice” e responsabilmente, rispettando il proprio ruolo, il proprio contesto, senza appesantire una situazione già fonte di stress. Anzi, comunicando messaggi positivi, di speranza e di prospettiva.

Tre stili per comunicare la crisi

In una sua analisi, Mauro Ferraresi, Professore di Sociologia dei consumi e cultura d’impresa all’Università Iulm di Milano, individua tre modalità di comunicazione principalmente adottate dalle aziende.

  1. Un semplice aggiustamento. Alcune aziende modificano i loro spot eliminando, ad esempio, scene di baci e abbracci, fuori contesto rispetto al periodo di distanziamento sociale.
  2. La Campagna Istituzionale. Raccontare l’Italia, o l’italianità, la sua forza e i suoi valori, puntare a un coinvolgimento emotivo e di vicinanza con il consumatore, attraverso la comunicazione di iniziative concrete anti crisi.
  3. I Testimonials. Adottare la presenza di personaggi famosi – e magari edificanti – negli spot pubblicitari,  rassicura e incoraggia i consumatori positivamente.

Ferraresi cita anche una quarta modalità, attivata però dai consumatori, che veicolano messaggi in rete attraverso la tecnica dell’ adbusting, cioè lo scomporre, ricostruire o riorganizzare un messaggio del brand, per evidenziarne aspetti critici, o ironici e in alcuni casi di critica sociale.

Bonus pubblicità il credito d’imposta sale al 50%

Con il decreto Rilancio – solo per il 2020 – la misura del bonus pubblicità passa dal 30% al 50%, da calcolare sull’intero valore dell’investimento pubblicitario effettuato nel 2020, invece che sulla sola eccedenza. Istituito nel 2017 come misura a sostegno delle realtà editoriali, quali giornali, emittenti radio televisive, il provvedimento è stato rafforzato con il Decreto Rilancio per arginare, in prospettiva, andamenti negativi degli investimenti pubblicitari.

Chi può accedere al bonus pubblicità

Sono ammessi all’agevolazione governativa i soggetti titolari di reddito d’impresa o di lavoro autonomo e gli enti non commerciali che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie, sulla stampa quotidiana e periodica, anche on line, e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali. Il credito d’imposta è riconosciuto soltanto per gli investimenti pubblicitari effettuati tramite soggetti iscritti presso il Registro degli operatori di comunicazione, o presso il competente Tribunale, e dotati in ogni caso della figura del direttore responsabile.

Spese non ammesse all’agevolazione governativa

 

Non beneficiano del bonus forme diverse di pubblicità, come ad esempio : volantini cartacei periodici, pubblicità su cartellonistica, su vetture o apparecchiature, su schermi di sale cinematografiche, pubblicità tramite social o piattaforme online, banner pubblicitari su portali online, e altro.

 

Come usufruire del Bonus pubblicità

Per poter usufruire di questa agevolazione fiscale è necessario presentare una “comunicazione telematica” tramite i servizi online dell’Agenzia delle Entrate fra l’1 e il 30 settembre 2020. Le domande già presentate dall’1 al il 31 marzo mantengono la loro validità.

Maggiori informazioni www.informazioneeditoria.gov.it e sul sito Internet dell’Agenzia delle entrate www.agenziaentrate.it.